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Se uno tifa per il Bologna non è per il glorioso passato, per i sette scudetti e per le due Coppe Italia. Se uno tifa Bologna, adesso, nel 2009, è perché è consapevole di potersi ritrovare, senza averne colpa, in serie B o in serie C e già sa che sarà al suo posto, in Curva, a tifare. Sempre e comunque. Giocare a Leffe è come giocare a Lisbona: non conta contro chi stai giocando, conta per chi tifi. Tifare Bologna significa sostenere lo squadrone che tremare il mondo fa: in casa o in trasferta, si va sempre e comunque a tenere in alto i propri colori. Gianluca Morozzi, scrittore e gran tifoso rossoblu, venticinque anni di amore assoluto e incondizionato per una squadra gloriosa e un po' decaduta, racconta due promozioni dalla C, tre dalla B, una coppa Intertoto usata forse come fermacarte a Casteldebole e tutta una serie di stravaganti e improbabili imprese. Sì, inclusa la Mitropa Cup. Protagonisti sono calciatori leggendari (dal Mitico Villa a Beppe Signori, da Roby Baggio a Loris Predella, da Marco De Marchi a Sauro Frutti), allenatori romantici (Carlo Mazzone), spumeggianti e bizzarri (Gigi Maifredi) o stranamente cupi e livorosi (Francesco Guidolin), trasferte in cittadine dimenticate da Dio e in stadi poco più che amatoriali e dignitose spedizioni europee negli anni della Coppa Uefa. A far da sfondo alla narrazione delle vicende dello Squadrone, infanzia, adolescenza e giovinezza di uno scrittore. Bolognese DOC, naturalmente.